Attenzione all’avidità

L’Insegnamento è una prassi, è la continua ricerca di applicare nella vita di tutti i giorni ciò che andiamo leggendo. Non potrebbe essere diversamente in un mondo dove pensiero, parola e azione dovrebbero procedere allineati.

 

Lettera 3 giugno 1931

Mi chiedi che indicazioni dare a chi dimostra interesse per lo studio dei libri dell’Insegnamento. Innanzitutto è necessario conoscere almeno un po’ la sua personalità, le condizioni della sua vita, le sue doti, di cosa si occupa e via dicendo. In ogni caso, consigli e indicazioni possono essere solo individuali. È bene chiedere in che misura i pensieri dell’Insegnamento influenzano la sua quotidianità e com’è cambiata la sua vita. La cosa migliore è osservarlo personalmente. Se per lui l’Insegnamento non è più che un piacere stimolante che lo distrae dalla vita quotidiana, allora è meglio non disturbarlo, perché può leggere l’Insegnamento in solitudine, forse anche con maggior beneficio. Ma il desiderio di avere più conoscenza di quella già presente nei libri dell’Insegnamento, assieme all’incapacità di mostrarsi meritevoli di un tale privilegio, dimostra solo molta leggerezza mentale e una curiosità nociva. Bisogna notare in particolare coloro che, fin dal primo momento, pretendono qualche conoscenza speciale inaccessibile agli altri; di solito costoro non applicano l’Insegnamento alla vita.